Cos’è il Master Plan di Singapore?
In Singapore, Master Plan è il termine con cui si indica il piano urbanistico generale, uno strumento di pianificazione territoriale unico nel suo genere. Si tratta di un piano urbanistico statutario (ovvero con valore legale) che guida lo sviluppo del territorio nazionale nel medio termine, coprendo un orizzonte di 10-15 anni. A differenza dell’Italia – dove la pianificazione urbana è frammentata a livello comunale e manca un “master plan” nazionale – Singapore adotta un approccio centralizzato e a lungo termine: il Master Plan viene aggiornato ogni cinque anni e traduce in progetti concreti le strategie delineate dal piano di lungo periodo (Long-Term Plan). In altre parole, se il Long-Term Plan guarda a 50 anni nel futuro, il Master Plan ne è la versione operativa a breve-medio termine, definendo l’uso del suolo consentito e la densità edilizia per ogni area della città-stato. Questo sistema coordinato assicura coerenza nello sviluppo urbano e offre certezza a cittadini e investitori sulle destinazioni d’uso del territorio.
Pianificazione a lungo termine in un’isola dalle risorse limitate
Per capire l’importanza del Master Plan occorre considerare le sfide uniche di Singapore. Questa piccola isola, grande poco più di 700 km², deve soddisfare molteplici necessità su un territorio molto limitato. Bisogna garantire abbastanza case, luoghi di lavoro e aree per il tempo libero per una popolazione in crescita, riservando al contempo terreni per infrastrutture cruciali (dalle reti idriche ed elettriche ai trasporti, fino ai serbatoi idrici). Sin dagli anni ‘60, la città-stato ha adottato una visione fortemente prospettica: nel 1971 redasse il primo “Concept Plan”, un piano strategico a 50 anni che gettò le basi per le grandi opere come autostrade, linee della metropolitana MRT e l’aeroporto di Changi. Da allora la pianificazione a lungo e medio termine è diventata parte integrante del “modello Singapore”: ogni decennio circa il Concept Plan viene rivisto per adattarsi ai nuovi bisogni, ma mantenendo costanti alcune priorità chiave (qualità della vita, crescita economica, uso ottimale delle risorse, sostenibilità e città verde). Il Master Plan quinquennale, emanazione concreta di queste visioni, ha il compito di bilanciare esigenze sociali, economiche e ambientali in un territorio angusto. Grazie a questo approccio, Singapore è riuscita a crescere in modo ordinato e sostenibile, evitando il caos urbanistico e anticipando sfide come l’invecchiamento della popolazione, la pressione sul mercato immobiliare e i rischi climatici. In Italia, dove non esiste nulla di paragonabile su scala nazionale, l’esperienza di Singapore mostra i vantaggi di una pianificazione integrata e di lungo respiro: si creano città più vivibili e resilienti, capaci di evolversi senza improvvisazioni.
Il nuovo Master Plan 2025: obiettivi e temi chiave
Nel giugno 2025 Singapore ha presentato la bozza del Draft Master Plan 2025 (DMP2025), il nuovo piano che definirà lo sviluppo urbano per i prossimi 10-15 anni. L’annuncio è avvenuto in concomitanza con le celebrazioni dei 60 anni d’indipendenza della città (SG60), sottolineando il valore simbolico di questa tappa: il DMP2025 rappresenta un vero e proprio “progetto Paese” per inaugurare il prossimo capitolo della storia di Singapore. Secondo l’Urban Redevelopment Authority (URA), il Master Plan 2025 è un blueprint di sviluppo completo che mira a rendere Singapore una città ancora più vivibile, inclusiva e “amata” dalle future generazioni. In particolare, il piano supporta bisogni abitativi diversificati, promuove un’economia competitiva con spazi di lavoro innovativi, rafforza la resilienza ai cambiamenti climatici e coltiva il senso di appartenenza dei cittadini ai luoghi in cui vivono.
Un aspetto notevole è il processo partecipativo senza precedenti che ha portato alla definizione del DMP2025. Le autorità hanno infatti coinvolto attivamente la popolazione: oltre 220.000 persone hanno contribuito con idee e feedback nel percorso di consultazione pubblica più ampio mai svolto da URA. Attraverso mostre itineranti, dialoghi di quartiere, focus group e sondaggi, i singaporiani di ogni estrazione ed età hanno potuto dire la loro su come immaginano la città del futuro. Il risultato è un piano davvero condiviso, che riflette le priorità e preoccupazioni emerse dalla cittadinanza (dalla sfida climatica all’invecchiamento demografico). “Il Master Plan deve restare un piano vivo, radicato nei nostri valori comuni e capace di rispondere ai bisogni in evoluzione di Singapore”, ha dichiarato il CEO di URA Lim Eng Hwee, sottolineando come la collaborazione con la comunità proseguirà anche in fase di attuazione.
Dal punto di vista dei contenuti, il Master Plan 2025 si articola in quattro temi strategici chiave, tradotti direttamente dalle linee guida del Long-Term Plan. Essi delineano la visione olistica per la città futura:
- “Shaping a Happy, Healthy City” – Plasmare una città felice e sana, concentrandosi sul rafforzare le comunità e soddisfare le diverse aspirazioni dei cittadini. In pratica significa creare quartieri vivaci e inclusivi, con servizi essenziali a portata di mano, spazi pubblici che favoriscano socialità, salute e stili di vita attivi.
- “Enabling Sustainable Growth” – Permettere una crescita sostenibile, ossia rispondere ai bisogni economici in evoluzione garantendo al contempo un’economia dinamica e opportunità diffuse. Si punta a sostenere la competitività di Singapore distribuendo poli commerciali e lavorativi su tutto il territorio, innovando le aree industriali e rigenerando i distretti esistenti senza consumare territorio inutilmente.
- “Strengthening Urban Resilience” – Rafforzare la resilienza urbana, proteggendo la città dagli effetti del cambiamento climatico e preparandola ad affrontare con agilità eventuali crisi future. Il piano integra misure per adattare Singapore all’innalzamento del livello del mare, alle temperature in aumento e ad altre minacce ambientali, oltre a prevedere un uso più ingegnoso dello spazio (ad esempio sviluppando infrastrutture nel sottosuolo) così da ottimizzare ogni metro quadrato disponibile.
- “Stewarding Nature and Heritage” – Custodire natura e patrimonio, alimentando il senso di appartenenza dei cittadini e valorizzando il capitale naturale e storico della nazione. Questo tema impegna Singapore a bilanciare lo sviluppo con la conservazione: più parchi urbani e corridoi ecologici per una “Città nella Natura”, e iniziative per preservare il patrimonio architettonico e l’identità dei luoghi storici, così che la modernizzazione non cancelli le radici culturali.
In sintesi, il Master Plan 2025 non è un semplice documento tecnico, ma una visione integrata di come Singapore dovrà evolvere su tutti i fronti – sociale, economico, ambientale e culturale – per restare un luogo in cui “vivere, lavorare e divertirsi” in modo sostenibile e con un forte legame comunitario.
Come il Master Plan plasmerà la Singapore dei prossimi anni
Il Draft Master Plan 2025 contiene una mappa dettagliata delle trasformazioni urbane previste per il prossimo decennio e oltre. Oltre 80.000 nuove abitazioni pubbliche e private saranno costruite in più di dieci nuovi quartieri distribuiti in tutta Singapore nei prossimi 10-15 anni. Questo massiccio incremento residenziale mira a soddisfare la domanda abitativa futura garantendo al contempo diversità di opzioni abitative (dai condomini privati agli alloggi pubblici agevolati), in quartieri dotati di servizi e collegamenti efficienti. Di seguito passiamo in rassegna alcune delle principali iniziative di sviluppo territoriale previste dal nuovo Master Plan, per capire concretamente come cambierà il volto della città-stato:

Mappa delle principali aree di sviluppo urbano previste dal Draft Master Plan 2025. Si notano nuovi quartieri residenziali sia in zone centrali (Newton, Orchard) sia in aree periferiche attualmente poco sfruttate (come l’ex ippodromo di Kranji a nord e la futura “Long Island” lungo la costa est) che saranno interessate da importanti progetti di rigenerazione urbana.
- Nuovi quartieri nel cuore della città: Per la prima volta Singapore introdurrà aree residenziali significative anche in zone centralissime tradizionalmente commerciali. Ad esempio, nei pressi della stazione MRT di Newton (a due passi da Orchard Road) sorgerà un nuovo “urban village” con circa 5.000 nuove abitazioni private, integrato da negozi, servizi e spazi verdi, il tutto progettato per armonizzarsi con il carattere storico del quartiere Sempre nelle immediate vicinanze del centro, nell’area di Paterson/Orchard, il piano prevede circa 1.000 nuove case inserite in uno sviluppo integrato sopra la stazione MRT di Orchard: nascerà un hub polifunzionale con residenze, spazi commerciali, ristoranti e uffici direttamente collegati alla via dello shopping più famosa di Singapore. Questa mossa trasformerà Orchard Road in una zona non solo per lo shopping e il turismo, ma anche un luogo dove vivere stabilmente, con un nuovo “mix” urbano vivace 24 ore su 24. Per assicurare che tali interventi in centro città siano sostenibili e di qualità, URA applicherà linee guida di urban design attente al contesto: ad esempio, una parte di Monk’s Hill Road (strada storica di Newton con edifici coloniali) verrà pedonalizzata e trasformata in un percorso verde ombreggiato dagli alberi storici, creando un collegamento piacevole tra Newton e il vicino quartiere di Emerald Hill.
- Nuove zone residenziali nelle aree emergenti: Gran parte delle nuove abitazioni sorgerà comunque al di fuori del centro, riconvertendo terreni oggi sottoutilizzati.
Ad ovest, nella zona di Dover-Medway (adiacente al polo tecnologico di One-North), è previsto un nuovo quartiere misto pubblico-privato con circa 6.000 abitazioni nella prima fase, corredato da parchi e servizi per chi lavora nelle vicine aziende hi-tech e università. Anche l’area di Mediapolis (nel comprensorio One-North dedicato ai media e alle industrie creative) vedrà la costruzione di altri 5.000 alloggi privati immersi nel verde, sfruttando la vicinanza alla Rail Corridor (un percorso ciclopedonale ricavato dall’ex ferrovia) e agli spazi storici del quartiere Wessex.
A nord, il vasto terreno occupato fino al 2022 dallo storico ippodromo di Kranji diventerà un nuovo distretto residenziale: qui verranno costruite circa 14.000 case pubbliche e private, in un contesto pensato per valorizzare l’ambiente naturale circostante e la prossimità con il futuro Kranji Nature Corridor. Il corridoio ecologico di Kranji – anch’esso previsto dal Master Plan – collegherà infatti le riserve naturali del nord (Mandai Mangrove e Sungei Buloh) con il grande polmone verde centrale dell’isola (Central Catchment Reserve), offrendo ai residenti di Kranji un accesso immediato a percorsi nella natura.
A nord-est, un’importante opportunità di rigenerazione urbana riguarda l’area del cantiere navale di Sembawang (sito che affonda le radici nell’epoca coloniale come base navale britannica): dopo il 2028, quando i cantieri saranno delocalizzati, questa fascia costiera verrà trasformata in un waterfront district con abitazioni affacciate sul mare, nuove banchine pubbliche per il tempo libero e il recupero di edifici storici (come vecchi depositi e uffici) da riconvertire in spazi per la comunità, lo sport e la cultura. Anche qui il numero di alloggi è ancora in studio, ma l’idea è di creare un quartiere marittimo unico che combini memoria storica e vita contemporanea.
Infine, a nord-est nell’entroterra, il quartiere industriale di Defu (Hougang) sarà riconvertito a partire dai primi anni 2030 in una “new generation town”: un quartiere residenziale innovativo dove tutti i servizi essenziali – scuole, negozi, parchi, trasporti – saranno raggiungibili con una passeggiata di 10 minuti. Defu farà da apripista alla grandiosa trasformazione che coinvolgerà l’adiacente Paya Lebar Air Base: quando l’aeroporto militare dismetterà le attività (dal 2030 in poi), si libererà un’enorme area di 800 ettari – cinque volte la superficie di un intero quartiere come Toa Payoh – pronta per essere reinventata come nuova città completa di abitazioni, parchi, poli produttivi e ottimi collegamenti di trasporto. L’ex pista di decollo di Paya Lebar verrà preservata in parte e riutilizzata come elemento di design urbanistico per ricordare il patrimonio aeronautico del luogo, mentre l’abbattimento dei limiti di altezza (attualmente imposti attorno alla base) consentirà in futuro di costruire edifici più alti man mano che l’area si sviluppa. L’operazione Paya Lebar rappresenta per Singapore ciò che l’area Expo potrebbe rappresentare per Milano: un’occasione irripetibile di ridisegnare porzioni di città su scala eccezionale, integrando sin dall’inizio soluzioni abitative innovative, mobilità sostenibile (sono previste nuove linee ferroviarie e corridoi per bus veloci) e spazi pubblici di qualità. - Ringiovanimento dei quartieri esistenti: Il Master Plan non si concentra solo su nuove costruzioni, ma dedica attenzione anche ai quartieri maturi già popolati, per assicurare che nessuna zona resti indietro. Ad esempio, alcune new town degli anni ‘80 come Pasir Ris (est) e Yishun (nord) saranno “rinfrescate” con nuovi alloggi e strutture, migliorando l’offerta per i residenti attuali e futuri. In molti casi, la strategia è aggiungere servizi integrati e spazi comuni: il piano propone la creazione di nuovi hub comunitari polivalenti in centri di quartiere come Woodlands, Yio Chu Kang e Sengkang, dove sotto uno stesso tetto sorgeranno biblioteche, centri sportivi, ambulatori medici, spazi commerciali e per eventi, il tutto situato vicino alle stazioni di trasporto pubblico per massimizzare la comodità. Interventi di questo tipo mirano a rendere i centri residenziali più autosufficienti e vivaci, favorendo la coesione sociale (pensiamo ai nostri piccoli centri urbani: l’idea è di concentrare nel raggio di pochi isolati tutto ciò di cui una comunità ha bisogno quotidianamente). Anche nei quartieri centrali più datati si prevedono progetti di riqualificazione mirata: per esempio, a Bishan (città satellite a metà strada tra il centro e il nord dell’isola) si studia la possibilità di pedonalizzare e trasformare in viale alberato una strada principale (Bishan Place) e di realizzare un nuovo poliambulatorio e persino un mercato coperto (hawker centre) integrati con un rinnovato snodo di autobus. Inoltre, alcune agenzie governative valutano di trasferire propri uffici a Bishan, per dare impulso a questo sub-centro come nuovo polo di lavoro decentrato. Questo approccio di “decentralizzazione” dei luoghi di lavoro è infatti uno dei pilastri del Master Plan: l’idea è portare più posti di lavoro vicino alle zone residenziali, così da distribuire il traffico e l’afflusso di pendolari su tutta l’isola anziché concentrarli solo in centro.
- Trasporti pubblici e mobilità dolce per una città connessa: Sul fronte della mobilità, Singapore punta a diventare ancora più capillare e sostenibile. Entro i primi anni 2030 l’85-80% delle famiglie sarà a meno di 10 minuti a piedi da una stazione ferroviaria (MRT o altre linee), grazie all’estensione continua della rete metropolitana. Parallelamente, si sta realizzando un’imponente rete di piste ciclabili e percorsi pedonali protetti: entro il 2030 la lunghezza dei tracciati ciclabili raggiungerà circa 1.300 km, collegando tutti i distretti principali. L’obiettivo è favorire spostamenti “green” e ridurre la dipendenza dall’auto privata, in linea con la visione di una “Singapore Car-Lite”. Tra i progetti in arrivo vi è ad esempio una nuova passerella pedonale e ciclabile che entro il 2029 collegherà direttamente Marina Bay (nel CBD) con i giardini di Bay East lungo la costa, offrendo un collegamento panoramico per ciclisti e pedoni come parte del percorso “Round Island Route” attorno all’isola. Anche le grandi infrastrutture di trasporto garantiranno maggiore connettività internazionale e regionale: a Changi, la costruzione del Terminal 5 (previsto a metà degli anni 2030) rafforzerà il ruolo di Singapore come hub aereo globale; a ovest, il nuovo mega-porto di Tuas (completamento scalo container entro gli anni 2040) accrescerà la capacità portuale e logistica del paese. Inoltre, nel nord, l’apertura entro il 2026 della linea ferroviaria RTS Link tra Woodlands e Johor Bahru collegherà per la prima volta via metro leggera Singapore con la Malesia peninsulare, integrando l’area di Woodlands in un più ampio corridoio economico transfrontaliero. Grazie a queste mosse, il Master Plan mira a una Singapore dove muoversi sarà più agevole, rapido ed ecologico: quartieri ben collegati tra loro e con il centro, viaggi quotidiani più brevi, e una città percorribile a piedi o in bicicletta tanto quanto in metropolitana.
- Spazi verdi, benessere e clima: Uno dei vanti di Singapore è l’attenzione al verde urbano, e il nuovo piano non è da meno. Dal 2021 a oggi sono già stati aggiunti 130 ettari di nuovi parchi, portando la rete di parchi collegati da greenway a circa 390 km complessivi. Nei prossimi cinque anni si prevede di realizzare altri 25 parchi e oltre 50 km di percorsi ciclopedonali naturalistici, affinché ogni quartiere abbia aree verdi accessibili a breve distanza. L’iniziativa fiore all’occhiello è la creazione del Kranji Nature Corridor menzionata in precedenza, che rafforzerà la connettività ecologica tra nord e centro dell’isola, offrendo al tempo stesso ai cittadini nuove opportunità di svago nella natura. Anche nelle zone centrali densamente edificate si punta a incrementare la presenza di verde e spazi pubblici: ad esempio, nel cuore di Orchard Road verrà creato un grande parco urbano unificando l’attuale Istana Park e Dhoby Ghaut Green, e collegandolo tramite una passerella sopraelevata al Fort Canning Park sulle colline circostanti. Ciò darà vita a un corridoio verde continuo nel centro città, un polmone per residenti e turisti lungo quasi mezzo chilometro, ideale per passeggiate in famiglia e eventi all’aperto. Sempre nell’area di Marina Bay – simbolo della Singapore moderna – il piano prevede nuove attrazioni come un polo benessere fronte acqua, spazi ricreativi pubblici (ad esempio l’arena polifunzionale NS Square e un nuovo centro per sport acquatici PAssion Wave a Bayfront) e l’espansione del complesso di Marina Bay Sands. Questi interventi arricchiranno ulteriormente l’offerta del centro urbano, rendendo la baia un luogo sempre più vivace e inclusivo sia per i cittadini sia per i visitatori internazionali.
Un capitolo fondamentale del Master Plan 2025 riguarda poi la resilienza climatica. Essendo un’isola tropicale bassa sul livello del mare, Singapore è estremamente vulnerabile ai cambiamenti climatici, in particolare all’innalzamento del mare e alle ondate di calore urbano. Il piano del 2025 affronta di petto queste sfide con strategie innovative: ad esempio, lungo la costa sud-orientale è in studio la creazione di una “Long Island”, un’opera ingegneristica multifunzionale che unirebbe nuovi terrapieni protettivi a soluzioni di difesa costiera contro mareggiate e alluvioni. L’idea è di costruire barriere e spazi ricavati dal mare che fungano sia da diga contro le acque sia da nuovo terreno edificabile per future necessità e parchi sul mare – un duplice scopo che riflette l’approccio creativo di Singapore nell’ottimizzare l’uso del territorio. Più di 3.000 cittadini e stakeholder hanno già contribuito con suggerimenti per questo progetto di lunghissimo termine, e gli studi tecnici stanno valutando soluzioni ingegneristiche tradizionali abbinate a misure “nature-based” (come barriere verdi costiere, mangrovie, ecc.) per massimizzare l’efficacia difensiva rispettando l’ecosistema. Sul versante del calore urbano, Singapore sta investendo in tecnologia e urbanistica “climate-sensitive”: il Master Plan incoraggia l’uso di modelli climatici digitali sviluppati con le università locali per simulare venti e isole di calore, così da orientare la progettazione dei nuovi quartieri verso soluzioni più fresche e ventilate. Ad esempio, si studieranno orientamenti degli edifici, corridoi di ventilazione naturale, uso di materiali e alberature per mitigare le alte temperature, assicurando che la densificazione urbana non vada a scapito del comfort ambientale. Un’altra frontiera è l’espansione dello spazio sotterraneo: dopo aver già sfruttato il sottosuolo per metropolitane, condotte idriche fognarie (il mega-tunnel DTSS) e depositi come i Jurong Rock Caverns, Singapore prevede di scavare ulteriormente in profondità per ospitare funzioni logistiche e industriali, liberando superficie preziosa in favore di parchi e edifici civili. Il Master Plan individua nuovi possibili siti per caverne profonde (ad esempio a Gali Batu per stoccare materiali da costruzione) e promuove la ricerca tecnologica per rendere questi progetti sotterranei sicuri ed economicamente fattibili. Investimenti in tal senso garantiranno una capacità di crescita futura “verticale” (verso il basso) mantenendo Singapore verde in superficie.
Infine, una menzione importante va alla dimensione del patrimonio storico e identitario. Anche in una città così proiettata al futuro, c’è spazio per conservare memoria e autenticità locale. Il Master Plan 2025 fa tesoro di un precedente Heritage & Identity Plan sviluppato nell’ambito della revisione di lungo termine del 2022, e prevede iniziative per valorizzare i luoghi storici in tutta l’isola. Significa che parallelamente ai nuovi grattacieli e quartieri avveniristici, verranno protetti e riqualificati siti di interesse storico, quartieri tradizionali e architetture iconiche. Ad esempio, nel ridisegnare l’area dell’ex parco ornitologico di Jurong (chiuso nel 2022), è stato lanciato un concorso di idee per immaginare un nuovo uso che unisca lavoro e svago in quel sito, senza demolire il vecchio belvedere di Jurong Hill, torre panoramica simbolo dello sviluppo industriale di Singapore dagli anni ‘70 che sarà invece conservata e integrata nel nuovo progetto. Allo stesso modo, nel futuro quartiere di Sembawang sul mare citato prima, alcuni edifici coloniali esistenti – testimoni dell’epoca navale britannica – saranno salvaguardati e trasformati in spazi comunitari come musei, centri culturali o strutture sportive, mantenendo vivo il legame col passato mentre il quartiere rinasce a nuova vita. L’attenzione al patrimonio va di pari passo con quella alla natura: l’obiettivo dichiarato è “sviluppare in modo sensibile” una City in Nature, dove modernità e storia, grattacieli e giardini, innovazione e tradizione coesistano armoniosamente. Per gli italiani a Singapore – abituati a città d’arte millenarie – può sembrare insolito che una metropoli così moderna parli di tutela del patrimonio; eppure, sebbene giovane, Singapore riconosce l’importanza di proteggere la propria identità e i propri luoghi simbolici anche durante la corsa verso il progresso.
Un modello da cui trarre ispirazione
In conclusione, il Master Plan 2025 di Singapore rappresenta molto più di un insieme di mappe urbanistiche: è la manifestazione di una filosofia di governo del territorio che ha permesso alla città-stato di diventare una delle metropoli meglio organizzate e vivibili al mondo. Pianificazione rigorosa, partecipazione pubblica e visione a lungo termine sono i tratti distintivi di questo approccio. Mentre in Italia spesso la pianificazione urbana fatica a superare la logica del breve periodo o risente di frammentazione decisionale, l’esperienza singaporiana mostra i benefici di un piano guida centrale e condiviso: alloggi adeguati per la popolazione, trasporti pubblici efficienti, poli economici diffusi, spazi verdi e cultura valorizzati, il tutto armonizzato in un disegno unitario. Certo, il contesto è diverso – Singapore è grande come una città italiana di medie dimensioni e con un governo centrale forte – ma alcuni principi (pensare in grande, coinvolgere i cittadini, non lasciare che le emergenze prevalgano sulla strategia) sono universali. Il Master Plan 2025, con i suoi progetti ambiziosi – dagli 80.000 nuovi alloggi ai parchi cittadini in ogni quartiere, dalle “città nella città” come quella che sorgerà al posto della base aerea, fino alle dighe-isole contro il clima che cambia – dipinge il ritratto di una Singapore che sa reinventarsi mantenendo la propria anima. Per gli italiani che vivono a Singapore, o per chi semplicemente la osserva con curiosità dall’Italia, questo piano offre uno sguardo affascinante su come potrebbe evolvere una città del futuro: una metropoli compatta e iper-connessa, verde e resiliente, in cui sviluppo economico e qualità della vita vanno di pari passo grazie a una regia urbanistica lungimirante. In fondo, il “segreto” di Singapore sta tutto qui: programmare oggi la città di domani, con coraggio, rigore e immaginazione. E chissà che qualche spunto non possa tornare utile anche per le nostre città.
Fonti: