Diventare PR a Singapore: una guida pratica

Per molti italiani, trasferirsi a Singapore rappresenta molto più di un cambio di indirizzo: significa inserirsi in uno dei centri economici più dinamici dell’Asia, con prospettive professionali e standard di vita tra i più alti al mondo.

Ottenere la Permanent Residency (PR) è la chiave per trasformare una permanenza temporanea in un progetto di lungo periodo, con vantaggi che vanno dalla libertà di cambiare impiego senza nuovi permessi alla possibilità di iscrivere i figli nelle scuole pubbliche con priorità.

Eppure il procedimento di selezione, affidato all’Immigration & Checkpoints Authority, resta selettivo e spesso poco trasparente. Questo articolo esamina in profondità i trentacinque elementi che, combinati, determinano l’esito di ogni domanda: dal profilo demografico al percorso di carriera, dall’integrazione comunitaria alle prospettive familiari. Un vademecum pensato per chi già vive nella città del Merlion o per chi, dall’Italia, valuta di farne la propria prossima casa.

Ottenere la residenza permanente a Singapore (Permanent Residency, PR) è un processo selettivo che richiede preparazione accurata e comprensione dei criteri di valutazione. Singapore attrae professionisti da tutto il mondo, inclusi molti italiani (sono oltre 5.000 i nostri connazionali residenti a Singapore) per la stabilità economica e la qualità della vita offerte.

La Permanent Residency consente infatti a uno straniero di risiedere a tempo indeterminato nel paese, godendo di diritti simili a quelli dei cittadini (come vivere e lavorare senza dover ottenere visti aggiuntivi).


I residenti permanenti ricevono una carta d’identità (IC) di colore blu e, se maggiori di 15 anni, devono ottenere e rinnovare periodicamente un Re-Entry Permit per poter uscire e rientrare liberamente a Singapore. Pur non avendo diritto di voto né ad alcune sovvenzioni pubbliche riservate ai cittadini, i PR beneficiano di un accesso agevolato al mercato del lavoro (possono cambiare impiego senza perdere lo status) e ad alcuni servizi essenziali, ad esempio possono iscrivere i figli nelle scuole pubbliche con priorità subito dopo i cittadini​. Dopo almeno due anni da PR si può inoltre presentare domanda per la cittadinanza singaporiana (rinunciando a quella italiana, poiché Singapore non ammette la doppia cittadinanza)​.

Va anche ricordato che i figli maschi dei PR sono tenuti al servizio militare obbligatorio (National Service) al compimento dei 18 anni, analogamente ai cittadini anche se, chi ottiene la PR in età adulta tramite lavoro o investimento in genere, ne è esentato​. In sintesi, la PR rappresenta un impegno a lungo termine con Singapore, offrendo sicurezza e integrazione in cambio di obblighi e responsabilità analoghi a quelli dei cittadini locali.

Chi può fare domanda di PR?

L’Immigration & Checkpoints Authority (ICA), l’agenzia governativa che gestisce le pratiche di immigrazione, stabilisce che possono candidarsi alla residenza permanente solo determinate categorie di stranieri. In particolare, sono ammissibili:

  • i coniugi di cittadini singaporiani o di persone già residenti permanenti (in questo caso la domanda va sponsorizzata dal coniuge locale)​
  • i figli non sposati sotto i 21 anni di cittadini o PR (inclusi i figli legalmente adottati)​
  • i genitori anziani di cittadini di Singapore (sponsorizzati dai figli cittadini)​
  • gli stranieri occupati a Singapore con un permesso di lavoro qualificato, tipicamente titolari di Employment Pass o S Pass, e i loro familiari a carico​
  • gli studenti stranieri che studiano a Singapore e hanno completato almeno un ciclo di studi locale (ad es. esami di maturità);
  • infine, gli investitori stranieri di alto profilo, attraverso lo Global Investor Programme (GIP) gestito dallo Singapore Economic Development Board.

In pratica: per un cittadino italiano interessato a trasferirsi, le vie più comuni sono il lavoro qualificato (trasferendosi con un permesso di lavoro e poi facendo domanda di PR dopo un certo periodo) oppure, più raramente, il ricongiungimento familiare (ad esempio tramite matrimonio con un cittadino singaporiano). Al di fuori di queste categorie, non è possibile ottenere la residenza permanente.

Iter di candidatura: documenti e tempistiche

La domanda di PR si presenta online attraverso il portale ICA, utilizzando lo e-Service dedicato​.

Il candidato principale (o l’eventuale sponsor cittadino) deve autenticarsi con Singpass (l’identità digitale singaporiana) e compilare l’intero modulo elettronico, caricando i documenti richiesti.

È prevista una tassa di elaborazione di 100 dollari per ogni richiedente, da pagare al momento dell’inoltro (non rimborsabile). I documenti da allegare coprono tutti gli aspetti personali e professionali:

  • passaporto e carta d’identità, certificato di nascita, eventuale certificato di matrimonio o divorzio;
  • titoli di studio (diplomi, lauree) con relative pagelle o trascrizioni accademiche; attestati di eventuali abilitazioni professionali;
  • una lettera del datore di lavoro che confermi la posizione corrente e lo stipendio, le buste paga degli ultimi 6 mesi, e le dichiarazioni dei redditi degli ultimi 3 anni​.

Vanno inoltre inseriti i dati anagrafici e occupazionali di eventuali familiari inclusi nella domanda (coniuge e figli) e altre informazioni dettagliate sul proprio curriculum lavorativo (ad esempio storico completo delle esperienze professionali, inclusi i ruoli ricoperti e i livelli retributivi)​.

Dal 2023 l’ICA ha reso il processo interamente digitale, eliminando moduli cartacei e introducendo un sistema di pre-compilazione progressiva: una volta iniziata la pratica online si hanno 14 giorni di tempo per completarla e inviarla (con la possibilità di salvare una bozza). Una volta inviata la domanda, l’attesa non è brevissima: non esiste un termine garantito, ma in media la valutazione richiede circa 4-6 mesi​.

In passato molti candidati aspettavano fino a 9-12 mesi per un responso, ma recentemente le autorità hanno dichiarato l’obiettivo di concludere gli iter entro sei mesi dalla presentazione, compatibilmente con la complessità del caso.

Durante l’attesa è possibile monitorare lo stato della pratica tramite il portale online ICA. L’esito viene comunicato per iscritto: in caso di approvazione, al richiedente viene rilasciata una lettera di principio di approvazione (IPA) con le istruzioni per completare le formalità finali (fotografie, visita medica e registrazione biometrica presso l’ICA, pagamento di una tassa addizionale di circa 120 S$ per l’emissione della Carta d’Identità di PR e del Re-Entry Permit quinquennale)​.

Se invece la domanda viene respinta, l’ICA non fornisce motivazioni dettagliate, salvo indicare in termini generali alcuni fattori considerati (ad esempio insufficiente integrazione sociale). Non esiste un diritto formale di appello: eventuali richieste di riesame sono generalmente ignorate, a meno che non sopravvengano nuovi elementi significativi nella posizione del candidato​. Pertanto, in caso di rifiuto, l’unica strategia è migliorare il proprio profilo nel tempo e ripresentare una nuova domanda dopo 6-12 mesi, tenendo conto dei criteri su cui si viene valutati.

Criteri di valutazione: Singapore applica un approccio olistico nell’esaminare le candidature alla PR, volto a selezionare individui con un potenziale di contributo a lungo termine al paese​. A differenza di Paesi come Canada o Australia, dove vige un meccanismo a punti trasparente per titoli e meriti, l’ICA non adotta un punteggio pubblico prefissato​. Non esiste quindi un “minimum score” da raggiungere; piuttosto, ogni profilo viene ponderato nel suo insieme. L’ICA stessa conferma che

“tiene conto di fattori quali i legami familiari con cittadini singaporiani, i contributi economici, le qualifiche, l’età, il profilo familiare e la durata della residenza”

al fine di valutare la capacità di contribuire al paese, integrarsi nella società e la volontà di mettere radici a Singapore. In pratica, ci sono decine di elementi (circa 30-35 indicatori) che possono incidere sull’esito.

Di seguito analizziamo i principali:

  • Contributo economico e carriera professionale:
    il governo privilegia chi può arricchire l’economia nazionale con competenze utili o investimenti. Vengono valutati il settore in cui si opera, il ruolo e il percorso di carriera, nonché la stabilità del reddito e del lavoro attuale​. Chi svolge professioni richieste a livello locale, come ad esempio specialisti in ambiti con carenza di manodopera qualificata (tecnologia, ingegneria, sanità, ecc.), ha maggiori chance di approvazione​. Singapore punta infatti ad accogliere residenti che colmino necessità strategiche nel mercato del lavoro e contribuiscano alla crescita economica. Anche il livello retributivo viene considerato, ma non in modo isolato: un alto stipendio è un vantaggio solo se accompagnato dagli altri requisiti, mentre esistono casi di candidati con salari modesti approvati grazie a punti di forza in altri ambiti. In sintesi, conta la qualità complessiva del profilo professionale: titolo di lavoro, esperienza e prospettive di sviluppo. Un dirigente o un imprenditore che crea posti di lavoro avrà un impatto diverso da chi ricopre ruoli meno specializzati. Tuttavia, anche profili tecnici di medio livello possono ottenere la PR se contribuiscono in modo significativo e duraturo (ad esempio lavorando stabilmente da anni nella stessa azienda, pagando regolarmente le tasse e acquisendo competenze locali). L’ICA esamina inoltre la situazione finanziaria complessiva: capacità di risparmio e pianificazione (ad esempio avere risorse per mantenere la famiglia, aderire a piani pensionistici o assicurativi) sono indicatori apprezzati, poiché denotano prudenza e riducono il rischio che il richiedente diventi un onere per lo Stato. Dimostrare di avere investito nel proprio futuro a Singapore, ad esempio sottoscrivendo assicurazioni vita/sanitarie locali o investendo in un fondo pensione privato, può segnalare impegno a lungo termine​. Al contrario, debiti insoluti o instabilità economica potrebbero pesare negativamente.

  • Titoli di studio e competenze:
    Singapore è nota per meritocrazia e alta specializzazione, quindi il livello di istruzione è un fattore determinante. Lauree e titoli post-universitari conseguiti presso istituzioni prestigiose sono valutati positivamente​. In generale, più elevata è la formazione, maggiori saranno le opportunità di contribuire al “knowledge economy” del Paese. Vengono presi in esame non solo il titolo in sé ma anche l’area disciplinare (qualifiche in discipline STEM o in finanza, ad esempio, possono avere peso se correlate ai settori trainanti di Singapore) e l’attinenza con il lavoro svolto. Oltre al livello di istruzione formale, contano le competenze professionali: certificazioni tecniche, abilitazioni e conoscenze linguistiche. In particolare, una piena padronanza dell’inglese è praticamente indispensabile (è lingua ufficiale e dell’amministrazione); fortunatamente la maggior parte degli espatriati lo utilizza correntemente sul lavoro. Ulteriori lingue rilevanti a Singapore (cinese mandarino, malese o tamil) non sono requisiti, ma la volontà di impararle può essere vista come un segnale di integrazione culturale. In sintesi, un candidato con un solido bagaglio accademico-professionale, allineato alle esigenze di Singapore, soddisfa uno dei pilastri valutativi principali.

  • Età e prospettive demografiche:
    l’età anagrafica del richiedente incide sul giudizio, in relazione alla capacità di contribuire a lungo termine. Singapore, come molti Paesi avanzati, ha una popolazione che invecchia e politiche mirate ad attirare forza lavoro giovane​. Pertanto, candidati nei loro anni migliori lavorativi (indicativamente 25-45 anni) risultano più appetibili, potendo offrire più anni di attività produttiva e inserimento sociale. Ciò non significa che over-50 vengano automaticamente esclusi – l’approccio resta olistico e bilanciato: ad esempio, sono noti casi di professionisti senior approvati perché portatori di competenze rare o di investimenti significativi​. Tuttavia, un candidato molto avanti con l’età potrebbe avere meno possibilità, specialmente se altri fattori (come reddito o legami locali) non compensano. Altri aspetti personali correlati al profilo demografico sono lo stato civile e la presenza di figli. A parità di condizioni, avere una famiglia può essere un vantaggio: un candidato sposato – meglio se il coniuge viene incluso nella domanda – suggerisce maggiore stabilità personale, e ancor di più se ha figli a carico. Una famiglia intera che intende stabilirsi indica un impegno forte verso Singapore, mentre uno scapolo potrebbe teoricamente lasciare il Paese più facilmente. D’altra parte, bisogna considerare anche il potenziale carico sullo Stato: una famiglia numerosa con un solo reddito modesto potrebbe destare qualche perplessità (per le spese scolastiche, sanitarie, ecc.), sebbene queste considerazioni rimangano riservate. Complessivamente, l’equilibrio del nucleo familiare – età dei genitori, numero ed età dei figli, eventuale impiego del coniuge – rientra nel “profilo familiare” citato da ICA​ e concorre a delineare la solidità e le radici che il richiedente potrà mettere nel tessuto sociale.

  • Legami con Singapore e durata della permanenza:
    avere familiari singaporiani è uno dei fattori più incisivi per ottenere il PR. Non a caso esiste un’intera categoria di eleggibilità dedicata al Family Ties: il coniuge, i figli e i genitori di cittadini hanno corsie preferenziali. Un candidato straniero sposato con un/una singaporiano/a parte con un vantaggio significativo, così come chi ha figli cittadini (magari nati da un precedente matrimonio misto) o altri stretti congiunti residenti. Singapore valorizza l’unità familiare e la stabilità che deriva dall’avere reti di supporto locali​. Anche vivere a Singapore da diversi anni prima di presentare domanda è un segnale positivo. Non esiste un requisito formale di soggiorno minimo​, ma in pratica presentare domanda dopo soli pochi mesi di permanenza riduce le probabilità di successo. È consigliabile attendere almeno 1-2 anni di residenza e lavoro continuativi: questo tempo permette di familiarizzare con la cultura locale e costruire relazioni, dimostrando un interesse genuino a integrarsi​. La lunghezza della permanenza già maturata è vista come indice della volontà di restare: ad esempio, un espatriato che vive stabilmente a Singapore da 5-10 anni, magari rinnovando più volte il contratto di lavoro, trasmette l’idea di aver già “messo radici” e quindi risulta un candidato molto più naturale al PR rispetto a chi è appena arrivato. Statisticamente, la maggior parte dei nuovi PR aveva trascorso vari anni nel Paese prima dell’approvazione. Inoltre, l’ICA considera se il richiedente ha studiato a Singapore in passato: chi ha frequentato scuole o università locali (ad esempio come studente internazionale) possiede già un’integrazione linguistico-culturale e una rete sociale sul posto, elementi che giocano a favore.

  • Integrazione sociale e contributo alla comunità:
    un fattore meno tangibile ma sempre più citato è il grado di integrazione nella società singaporiana. Oltre a lavorare e pagare le tasse, ci si aspetta che i futuri PR dimostrino volontà di partecipare attivamente alla comunità. Segnali positivi sono, ad esempio, l’attività di volontariato, il coinvolgimento in associazioni locali, la partecipazione ad eventi culturali o iniziative di quartiere. L’ICA non richiede espressamente di documentare questi aspetti nel formulario di domanda​, tuttavia può tenerne conto: in alcuni casi le lettere di rifiuto menzionano genericamente la scarsa integrazione sociale come motivo​. Impegnarsi nel volontariato, come ad esempio collaborando con enti benefici, organizzazioni di volontariato locali, comunità di residenti, mostra attaccamento e volontà di “restituire” qualcosa al paese che ospita​. Anche aderire a organizzazioni professionali o di quartiere, partecipare a programmi governativi (come eventi di integrazione per nuovi immigrati) o semplicemente interagire con la comunità locale (vicini, colleghi singaporiani) può contribuire a creare un profilo di candidato ben integrato. Singapore è una società multietnica ma con una forte identità condivisa; gli immigrati sono incoraggiati ad abbracciare i valori locali e a rispettarne usi e costumi. Dunque, mostrare apprezzamento per la cultura singaporiana – dalla cucina alle festività etniche, fino alle lingue locali – è un plus, sebbene difficile da quantificare. L’elemento chiave è evitare l’isolamento nella propria “bolla” di expat e invece interagire con la realtà locale. Le autorità hanno più volte sottolineato nei discorsi pubblici l’importanza che i nuovi residenti si mescolino con la popolazione locale per mantenere il tessuto sociale coeso​. Un candidato che può dimostrare, ad esempio tramite lettere di referenza o attestati, di aver dato un contributo sociale (volontariato, donazioni benefiche, mentorship, ecc.) invia un segnale chiaro di volontà integrativa​. In definitiva, dal punto di vista dell’integrazione, ad essere premiato è l’atteggiamento: apertura, rispetto e partecipazione.

  • Nazionalità e diversità etnica:
    sebbene l’ICA non pubblichi criteri ufficiali legati alla provenienza, in pratica la cittadinanza d’origine del richiedente può avere un impatto indiretto. Singapore tutela il proprio equilibrio demografico e culturale: la maggioranza dei nuovi PR ogni anno proviene da Paesi limitrofi del Sud-est asiatico (circa il 60% dei neo-PR nel 2019 erano originari dell’ASEAN), un altro 30-35% dal resto dell’Asia, e solo una piccola frazione (5-6%) dal resto del mondo​. Ciò riflette anche il bacino di immigrati presenti: comunità numerose come malesi, cinesi, indiani e filippini sono ben rappresentate, mentre gli europei costituiscono una minoranza. Un candidato proveniente da un Paese culturalmente distante (come un italiano o in generale un europeo) potrebbe dunque avere statisticamente qualche difficoltà in più rispetto a chi proviene da contesti più affini alla società locale​. Questo non significa che gli occidentali siano esclusi a priori – al contrario, Singapore valorizza la diversità e accoglie talenti da ogni parte – ma implica che un italiano dovrà prestare ancora più attenzione a dimostrare la propria integrazione e l’interesse per la cultura locale, per compensare la minor familiarità culturale. Come suggeriscono alcuni consulenti immigratori, il candidato proveniente da fuori Asia può mitigare questo gap enfatizzando il proprio impegno a inserirsi nel tessuto sociale singaporiano​. In pratica, la nazionalità rientra tra i fattori olisticamente valutati: Singapore cerca di mantenere un mix bilanciato fra i residenti, evitando squilibri eccessivi. A parità di qualifiche, è plausibile che venga preferito un candidato di una nazionalità meno rappresentata nel pool di PR, per arricchire la diversità. Su questo punto non esistono conferme ufficiali esplicite, ma i dati e l’esperienza suggeriscono un ruolo latente del fattore origine. In ogni caso, l’approccio migliore per un italiano è concentrarsi sui fattori controllabili (carriera, lingua, integrazione) senza farsi scoraggiare da quello che non può cambiare (la propria cittadinanza): come dimostrano diversi connazionali già divenuti PR, presentare un dossier solido e ben documentato può vincere qualsiasi diffidenza iniziale.

  • Carattere e conformità legale:
    infine, un requisito fondamentale è la condotta irreprensibile. Il candidato deve avere la fedina penale pulita e rispettare le leggi locali. Eventuali precedenti penali, anche minori, quasi certamente compromettono la domanda​. Durante l’iter, l’ICA effettua controlli di sicurezza: verifica della storia del richiedente, inclusi eventuali coinvolgimenti in attività illegali o anche solo l’aver manifestato disprezzo per le norme di Singapore. Ad esempio, violazioni gravi dell’immigrazione in passato, o il mancato rispetto di obblighi (come non aver rinnovato il visto in tempo, o aver violato condizioni del pass di lavoro) possono pesare. Singapore adotta un approccio severo sulla sicurezza e l’ordine pubblico, quindi anche la presenza online e il comportamento sociale del richiedente devono essere stati sempre rispettosi delle leggi locali. In breve, un profilo professionalmente eccellente non compenserà mai ombre sull’integrità morale o legale: questi aspetti sono filtro di base per qualsiasi candidatura.

In base a tutti questi criteri, l’Immigration Authority effettua una valutazione complessiva. Non esiste una formula matematica: punti deboli in un’area possono essere compensati da punti di forza in altre​. Ad esempio, un candidato non più giovane ma con competenze uniche e ben integrato potrebbe essere approvato nonostante l’età; viceversa un giovane con alto stipendio ma isolato dalla comunità potrebbe essere respinto. L’obiettivo dichiarato di Singapore è selezionare residenti permanenti che arricchiscano il tessuto socio-economico e mostrino attaccamento al Paese​. Anche il contesto generale può influire: in anni in cui il numero di richieste è molto alto o la popolazione di PR ha raggiunto il tetto prefissato (~500.000 individui, valore mantenuto stabile nel tempo​), la selezione può farsi più stringente; al contrario, esigenze demografiche o economiche particolari (ad es. attrarre competenze in un settore emergente) possono rendere più favorevole l’ingresso di certe categorie di candidati. Per questi motivi l’esito resta imprevedibile caso per caso. Le statistiche ufficiali indicano che ogni anno vengono concesse circa 30.000 nuove PR, a fronte di molte più domande presentate (le cifre esatte non sono pubbliche), il che implica un tasso di successo piuttosto basso e una concorrenza elevata.

Prospettiva pratica: Per massimizzare le chance, un aspirante PR italiano deve quindi presentare un dossier impeccabile, completo in ogni dettaglio, e mettere in luce ogni elemento favorevole del proprio profilo. È consigliabile includere (se possibile) lettere di referenze da datori di lavoro attuali o precedenti, attestati di partecipazione a iniziative sociali, e una cover letter che esprima chiaramente perché si desidera diventare residente permanente e in che modo si intende contribuire a Singapore. Questo documento, sebbene non richiesto formalmente, può aiutare i valutatori a cogliere la motivazione personale del candidato, ad esempio, sottolineando l’attaccamento maturato verso Singapore, la volontà di farne la propria casa, e i progetti per il futuro nel paese. Dal punto di vista tempistico, molti consulenti suggeriscono di non avere fretta: meglio accumulare qualche anno di esperienza locale, magari ottenere una promozione o un avanzamento di carriera, prima di applicare. Nel frattempo ci si può dedicare a costruire quei fattori “intangibili” come la rete sociale e la partecipazione comunitaria. In caso di esito negativo al primo tentativo, non bisogna scoraggiarsi: è prassi comune dover ripresentare la domanda una seconda (o terza) volta man mano che il proprio profilo migliora, ad esempio dopo aver ottenuto una qualifica in più o una posizione lavorativa più elevata. L’importante è non riproporre una candidatura identica dopo breve tempo, bensì colmare le lacune evidenziate (per quanto possibile) e riprovarci quando si possono mostrare progressi concreti.

Diventare Residenti Permanenti di Singapore è dunque un percorso impegnativo ma realizzabile, se affrontato con preparazione e consapevolezza. Oltre a garantire benefici pratici, dalla stabilità del visto alle opportunità familiari, lo status di PR è un segnale di fiducia da parte di Singapore verso il nuovo residente, che entra a far parte in modo permanente della comunità nazionale. Per i professionisti italiani desiderosi di fare di Singapore la propria casa in Asia, la chiave del successo risiede in un mix di eccellenza professionale, adattamento culturico e dedizione comprovata. I dati e i criteri qui analizzati mostrano che la strategia vincente è presentarsi non solo come beneficiari delle opportunità offerte da Singapore, ma soprattutto come futuri cittadini modello, pronti a contribuire attivamente allo sviluppo e alla coesione di questo dinamico stato.

  • Categorie di eleggibilità:
    possono richiedere il PR coniuge e figli di cittadini/PR, genitori di cittadini, lavoratori qualificati (titoli EP/S Pass), investitori e talenti eccezionali​. È generalmente necessario aver già un visto di lavoro e qualche anno di permanenza nel Paese​
  • Iter di domanda:
    la candidatura si presenta online sul sito ICA, con Singpass, allegando tutti i documenti (identità, diplomi, contratti di lavoro, buste paga, tasse pagate, etc.)​. Si paga una tassa di S$100 a persona e l’esito richiede circa 6 mesi​.
  • Fattori di valutazione chiave:
    l’ICA adotta un giudizio olistico basato su 35+ criteri. Contano soprattutto: contributo economico (settore professionale, ruolo, reddito)​; qualifiche (livello di istruzione, competenze specialistiche)​; età (preferita la fascia 25-45 anni)​; profilo familiare (es. avere famiglia indica stabilità)​; durata del soggiorno e legami locali; integrazione sociale (volontariato, partecipazione comunitaria)​; assenza di precedenti penali​.
  • Approccio olistico e impegno a lungo termine:
    non esiste un punteggio predefinito,ogni domanda è valutata nel suo insieme. Singapore mira a selezionare residenti coinvolti e affidabili, capaci di “mettere radici” nel Paese. Una forte motivazione, dimostrata coi fatti (anni di lavoro stabile, integrazione nella società), può compensare eventuali debolezze altrove. In caso di rifiuto, si può riprovare dopo aver rafforzato il proprio profilo.

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